Archivio film Cinema News Serie TV — 25 Maggio 2020

Un black-humor investe la nave spaziale e gli spettatori… con un capitano d’eccezione.

Surreale e incredibilmente grottesco. Se ci si aspetta una serie comedy “soft” forse la serie ideata da Armando Iannucci non è proprio adatta. Se, invece, ci si vuole buttare in qualcosa di umanamente sopra le righe e di inaspettato allora vale la pena godersi Avenue 5!

Per la serie anche i ricchi piangono, e se non lo fanno certamente litigano e scatenano rivolte. Curioso principio su cui si basa Avenue 5 e la sua prima stagione andata in onda negli Stati Uniti – sul canale HBO – lo scorso 19 gennaio.

Facciamo un salto nel futuro su una enorme nave da crociera – la Avenue 5 appunto – che, invece di varcare le fredde acque oceaniche, fluttua nello spazio cosmico offrendo a dei ricchi passeggeri una vacanza sopra le righe. Peccato che qualcosa vada storto: la nave devia dalla propria traiettoria, orbitando secondo delle modalità che allungano di anni il soggiorno dei passeggeri. Il malcontento cresce sempre di più fino a culminare in eventi di estremo cinismo ma, allo stesso tempo, di una stravagante comicità.

Una fantascienza fasulla è quella che si assapora all’interno di una ambientazione che circoscrive dinamiche sociali turbolente, a causa di numerosi imprevisti che minano la serenità dei passeggeri e dell’equipaggio – fatto di tanta apparenza ma di minima sostanza. Ad infondere una latente fiducia sembra essere il capitano – solo di nome – Ryan Clark (interpretato da Hugh Laurie). Un uomo dalla suadente parlantina che maschera un accento British, poco usuale per il resto dell’equipaggio e che porta con assoluta disinvoltura una finta chioma a coprire il suo rado scalpo. L’ormai ex Gregory House tira fuori le sue abilità di attore caratterizzando un protagonista che non si può non apprezzare, soprattutto nello scontro con lo stravagante e ossigenatissimo Herman Judd (Josh Gad). Il miliardario proprietario della Avenue 5, intellettivamente poco profondo ed emotivamente instabile che con una dipendenza dal suo braccio destro Iris Kimura (Suzy Nakamura). Rincontriamo Zach Woods, volto della precedente serie scritta da Iannucci Veep – Vicepresidente Incompetente.

Il ruolo di Woods stavolta è interpretare Matt Spencer il responsabile dei rapporti con la clientela. Fin da subito egli si rivela un personaggio irriverente fin da subito che si lascia travolgere da alcuni drammatici momenti sulla nave.

La serie ha sicuramente un marcia in più. Al suo interno vi è un costante gioco di ruoli tra i personaggi – chi si afferma solo per un attimo, chi no, chi vorrebbe e non ci riesce. L’irriverente e brillante Iannucci, questa volta cambia l’ambientazione optando per qualcosa di più futuristico a scapito della sua tanto cara politica. A vedere Avenue 5 le verità si scoprono poco a poco: l’equipaggio non è reale perché e menti che muovono il fluttuante vascello sono confinate nel cuore pulsante della sala macchine. In più di un’occasione i dialoghi assumono delle connotazioni grottesche, per non dire assurde, che lasciano una vaga percezione di teatralità. Una satira dal cinismo galoppante che non si risparmia neanche nel momento in cui gli scontri si inaspriscono – senza andare oltre, evitiamo spoiler!

Il cinismo è la colonna portante di questa comedy fantascientifica, è ciò che fa in modo che ogni personaggio e ogni dialogo funzioni. Malgrado ci siano attimi rapidi di tristezza, questi vengono meno per lasciare il posto allo stupore e alla “risata estrema” che – a loro volta – scaturiscono da un esplosivo mix emozionale in cui ciò che sembra tranquillo non lo è affatto.

Vale assolutamente la pena vedere la serie, anche solo per avvicinarsi a comprendere le  scelte narrative di Iannucci lasciandosi divertire e destabilizzare. Ricordandosi – come dice il Capitanto Clarke – «everything is fine»!

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