Archivio film Cinema News — 04 Luglio 2021

Titolo: Better Days (Shaonian de Ni)

Regia: Derek Kwok-cheung Tsang

Sceneggiatura: Lam Wing-sum, Li Yuan, Xu Yimeng

Cast: Zhou Dongyu (Chen Nian), Jackson Yee (Liu Beishan), Yin Fang (il poliziotto Zheng Yi), , Wu Yue (La madre di Chen Nian), Zhou Ye (Wei Lai)

Fotografia: Yu Jing-pin

Musica: Varqa Buehrer

Produzione: Jojo Hui

Nazionalità: Cina

Anno: 2019

Durata: 136 minuti

Better Days è stato una delle perle del Far East Film Festival di Udine del 2020, dove ha vinto il massimo riconoscimento, il Gelso d’Oro ed è candidato all’Oscar come migliore film straniero 2021. Tucker Film ne ha meritoriamente acquisito la distribuzione in Italia, dove è in sala al momento e può essere apprezzato anche dal pubblico italiano. Perché questo è un film cinese, ma sa parlare al cuore di chiunque.

Chi conosce il mondo degli adolescenti sa che il bullismo è un fenomeno cresciuto negli ultimi decenni. Se in passato i bulli erano soprattutto maschi, oggi esistono gang di ragazze altrettanto crudeli e senza scrupoli, pronte a rendere la vita delle loro vittime un autentico inferno. Succede anche in Cina, come ci racconta il regista hongkonghese Derek Kwok-cheung Tsang, che è figlio d’arte (il padre è la star Eric Tsang). Siamo in una scuola superiore di una delle tante metropoli cinesi, in cui la gente vive in enormi casermoni anonimi. Un gruppetto di perfide liceali, la cui leader è la bellissima e ricca Wei Lai, è coinvolto nella morte di una compagna di classe, da loro mobbizzata. Nessuno prende posizione, né osa parlare con la polizia. Solo Chen Nian, una ragazzina riservata e solitaria, compie un gesto esemplare, che le costerà caro. Da quel momento, infatti, il bersaglio delle bulle sarà lei. Tutto questo accade mentre tutte le classi dell’ultimo anno sono immerse nel rituale di preparazione del gaokao, l’esame dell’ultimo anno delle superiori che in Cina, come peraltro in Giappone, è cruciale. Il punteggio ottenuto può determinare le sorti di un’intera vita: solo accedendo alle migliori università, gli studenti più disagiati possono aspirare a un lavoro ben retribuito e a un miglioramento delle proprie condizioni sociali. Chen Nian è una di loro. Sogna di iscriversi alla Beida, l’università di Pechino, per laurearsi e aiutare la madre, costretta a vivere lontano da lei per lavorare. Lo studio non le fa paura e come milioni di adolescenti cinesi è disposta a trascorrere tutto il suo tempo sui libri.

Di fronte alle aggressioni ripetute delle bulle cerca di resistere, ma alla lunga non ce la fa più. Vive da sola, non ha un adulto di riferimento e neppure il poliziotto gentile Zheng Yi a cui denuncia il problema riesce ad aiutarla. Per la polizia, si tratta di schermaglie fra ragazzini. La protagonista finisce per rivolgersi all’unica persona che ha conosciuto casualmente: Liu Beishan, un giovane teppista al quale finirà per legarsi in un’amicizia che è un incontro di due solitudini. L’unica volta che Liu non riesce a proteggerla, Chen Nian finisce seriamente nei guai. La spirale di violenza innescata dalle bulle non si arresta e Chen Nian, suo malgrado, ne sarà vittima e colpevole. E Liu, con generosità estrema, ne rimarrà coinvolto, in nome di un’amicizia che assumerà sempre più i contorni dell’amore.

Ispirato al romanzo Young and Beautiful di Jiu Yuexi, Better Days sacoinvolgere emotivamente lo spettatore con una storia ben costruita, mettendolo di fronte ai drammi della Cina contemporanea, in cui il benessere è indubbiamente in crescita, ma non è ancora per tutti. Le famiglie sono divise, perché spesso i genitori sono obbligati a trasferirsi lontano per lavorare nelle fabbriche e vivere nei loro dormitori, come la madre di Chen Nian. I più fortunati fra i ragazzini possono contare sull’appoggio dei nonni, ma non sempre succede. E chi i nonni non li ha, può ritrovarsi a vivere da solo, senza nessun sostegno in un momento difficile della vita come quello del gaokao.

Il regista sa mostrarci il clima di pressione sociale a cui sono sottoposti gli studenti. Un tabellone digitale ricorda loro in continuazione quanti giorni mancano agli esami, i professori li incitano a non fallire, perché questo è ciò che la società ma soprattutto i genitori si aspettano da loro. È una vera responsabilità morale quella che grava sulle spalle dei ragazzi. A differenza dell’Occidente, dove comunque i più svogliati possono delegare a un fratello o una sorella il compito di primeggiare per compiacere i genitori, in Cina decenni di politica del figlio unico non lasciano una via d’uscita.

Better Days ha un ritmo incalzante, che inchioda lo spettatore per oltre due ore. È merito anche di un ottimo cast. Una superba Zhou Dongyu dal viso da bambina è perfetta a recitare la parte di Chen Nian sia da adolescente, sia da adulta. Darle un’età è impossibile, e si deve ricorrere alla sua biografia per scoprire che ha 29 anni. Il ventenne Jackson Yee – celebre in Cina anche come cantante e ballerino – è altrettanto credibile nei panni del giovane delinquente. Il film ha segnato l’esordio nel cinema di Zhou Ye, nel ruolo della capetta delle bulle, procurandole il titolo di attrice più promettente di China Movie Channel. Better Days ha sbancato il botteghino in Cina e agli Hong Kong Film Awards ha ottenuto otto riconoscimenti, inclusi quelli di Miglior Film, Migliore Regia, Migliore Sceneggiatura e Migliore Attrice.

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