Titolo: Brooklyn
Regia: John Crowley
Sceneggiatura: Nick Hornby basata sull’omonimo romanzo di Colm Tóibín
Fotografia: Yves Bèlanger
Montaggio: Jake Roberts
Musiche: Michael Brook
Cast: Saoirse Ronan, Julie Walters, Jim Broadbent, , Emory Cohen, Domhnall Gleeson
Produzione: Finola Dwyer, Amanda Posey
Distribuzione: 20th Century Fox
Nazionalità: Italia
Anno: 2015
Durata: 111 minuti
“Brooklyn” di John Crowley, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Colm Tóibín, è un romanzo storico, come non se ne vedono tanti nel cinema di oggi. Del romanzo storico condensa diversi tratti, anche se uno sceneggiatore quotato come Nick Hornby, come autore di romanzi e racconti, ha avuto in passato ben altre frecce nella sua faretra. La fantasia è imbrigliata in una trama di riferimenti a vicende che rendono riconoscibili personaggi ed eventi. Verosimili li avrebbero detti i teorici del romanzo storico medesimo. Inoltre si offre la possibilità di leggere e filmare la storia irlandese anche nelle sue pieghe riposte, non solo facendo sfilare i fatti ma accompagnando questi con quel che si presume ci fosse dietro e accanto ad essi.
La Storia come la vediamo e come invece la potremmo vedere, se possedessimo la capacità di di scostare il velo che separa avvenimenti pubblici e avvenimenti privati. Ellis, la protagonista, migra negli USA per sfuggire alla disoccupazione e studiare contabilità, mentre lavora in un grande magazzino. Trova anche l’amore nell’idraulico Tony Fiorello, di origine italiana, che frequenta le feste irlandesi, perché ama le ragazze del paese degli U2.
Ellis possiede un’indole non convenzionale, poco incline ad accontentarsi della marginalità in cui le donne dovrebbero restare. Solerte, volitiva, soffre per non avere studiato quanto avrebbe voluto e colma la lacuna con una tenace voglia di rinnovamento. Quella di Ellis è anche una storia d’amore dolce, intensa di liberazione sessuale e della relazione fra due etnie diverse. Il tessuto sul quale si srotola la storia di Ellis è la storia degli Stati Uniti, mutati dai movimenti migratori nel Novecento. Vive con turbamento la relazione con Tony, che dall’indipendenza femminile transita ai livelli altri dell’integrazione nel Grande Paese, che la ospita. Rivendica per sé il diritto di scegliere in un romanzo di formazione non soltanto quando dice di essere Ellis Fiorello, ma anche quando grazie dalle compagne del convitto impara a mangiare la pasta ed apprezzare la squadra dei Dodgers. Ma tale rivoluzione copernicana nella sua vita anche sentimentale viene messa in crisi dalla scomparsa inaspettata della sorella Rose. Si passa così da un registro ottimistico ad uno più cupo, in quanto Ellis è costretta a ripartire per il paese natìo, restando imbrigliata nelle sue radici, poiché viene corteggiata da un suo connazionale. Un ribaltamento dei destini cha fa di Ellis la protagonista della propria storia, e una figura capace di far leggere con occhi diversi il posto di una donna nella storia irlandese di quello scorcio di Novecento. Questo film a basso costo, sorprendendo molti, ha ricevuto parecchie candidature agli Oscar, compresa quella per l’attrice protagonista Saoirse Ronan (“Amabili resti” e “Hannah”), che noi reputiamo la migliore interprete Irish della sua generazione, oramai da qualche anno, affiancata qua efficacemente da veterani collaudati come Julie Walters e Jim Broadbent.