TITOLO: Dark Shadows
ANNO: 2012
DURATA: 113 minuti
GENERE: Commedia, Fantasy, Horror
REGIA: Tim Burton
CAST: Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Eva Green, Chloë Grace Moretz
TRAMA: Un vampiro, Barnabas Collins, si risveglia centonovantasei anni dopo nel Maine, nella città fondata dai suoi genitori Collisport. Qui, alleandosi con i suoi discendenti, cercherà in tutti i modi di riportare l’azienda di famiglia agli antichi splendori, dovendosi scontrare proprio con la strega che quasi due secoli prima, pazzamente gelosa, lo aveva trasformato in un vapiro…
RECENSIONE: Squadra che vince non si cambia…
Tim Burton e Johnny Depp, di questo detto, ne hanno fatto una loro religione (cinematografica ben inteso) estremamente fortunata; ma si sa, più si arriva in alto e più violenta è la caduta; e questa caduta è bene rappresentata dal loro ultimo prodotto “Dark Shadows”.
Gli ingredienti ci sono tutti, non per il capolavoro, ma per un film che lasci il segno: gli attori sono bravi, se non qualcosa in più, infatti al sopracitato si affianca la bravissima Michelle Pfeiffer, il viso conosciuto di Eva Green e Chloë Grace Moretz che conferma quanto di buono aveva fatto vedere in Hugo Cabret. Cast di tutto rispetto, al quale si affianca l’immancabile Helena Bonham Carter, per chi non lo sapesse moglie del regista.
I ’70 sono gli anni delle incomprensioni e di scontri generazionali, comicamente fertili e accattivanti con i loro costumi eccentrici.
Infine, ma punto cardine delle potenzialità del film, Barnabas Collins, già fortunato personaggio dell’omonima soap opera, ma soprattutto vampiro, quindi di tendenza, fascinoso, personificazione del lato oscuro che ognuno desidera, unito poi al noto invidiabile bagaglio di Depp. Che dire: un’arma che pochi possono vantare.
L’inizio del film è brillante. Inserisce lo spettatore in un’atmosfera tetra, lo fa quasi dubitare se la trama è quella comica intravista nel trailer finchè il protagonista confonde il simbolo del MacDonald per la M, simbolo demoniaco di Mefistofele. Ci si rilassa, si torna al film che si aspettava eppure, in maniera impercettibile, avviene la virata che lo porterà allo sbando.
Burton fa dello sbalzo temporale la fonte comica principale, lanciando nel frattempo una banale rete di salvataggio, “riporterò l’azienda di famiglia alla sua passata gloria”, che si può interpretare come un debole filo che unisce una trama fondamentalmente frammentaria. Infatti tra le rare scene dedicate, si frappongono storie parallele, che mostrano una spiazzante superficialità: la classica teenager in crisi, un bambino che vede i fantasmi, un strega malvagia, una famiglia separata in casa e, dulcis in fundo, una psicologa accanita bevitrice, ruolo che, nella sua inutilità, stenta a giustificare la presenza della Carter nella pellicola. Tutto ciò che può salvare il film, fallisce nel suo intento: le musiche passano inosservate e il tocco di Danny Elfman è praticamente inesistente, per non parlare di canzoni tagliate improvvisamente; i costumi eccessivamente “POP” in un film che, nonostante ci provi, non lo è più di tanto e sceneggiature ripetitive. In conclusione un finale che più scontato è difficile partorire: battaglia finale e “felici e contenti”.
Burton sbaglia e lo fa come si deve, si commercializza e si allontana sempre più dai sui capolavori che lo hanno reso grande, quindi, per non dire bocciato, diciamo rimandato a settembre, anzi ottobre dato che il 5 uscirà il suo nuovo lungometraggio “Frankeweenie”.
LA FRASE: Si dice che il sangue sia più denso dell’acqua. Ci definisce, ci lega, ci maledice. (Barnabas)
GIUDIZIO COMPLESSIVO: 4
Mattia D’Antoni
http://www.youtube.com/watch?v=L4cuu-3MIkI
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