Titolo: Gli occhi di Tammy Faye (The eyes of Tammy Faye)
Regia: Michael Showalter
Sceneggiatura: Abe Sylvia
Cast: Jessica Chastain (Tammy Faye Bakker), Andrew Garfield (Jim Bakker), Cherry Jones (Rachel Grover), Vincent D’Onofrio (Jerry Falwell), Louis Cancelmi (Richard Fletcher), Sam Jaeger (Roe Messner)
Fotografia: Michael Gioulakis
Scenografia: Laura Fox
Acconciature e make-up: Linda Dowds
Musiche: Theodore Shapiro
Produzione: Jessica Chastain, Kelly Carmichael, Rachel Shane, Gigi Pritzker
Nazionalità: Stati Uniti
Anno: 2021
Durata: 126 minuti
Jim Bakker e Tammy Faye Bakker sono stati una delle coppie più famose di telepredicatori degli Stati Uniti. Nel nome di Gesù Cristo, nell’arco di un trentennio hanno racimolato una fortuna, grazie alle donazioni del loro pubblico televisivo. I soldi destinati ai poveri in realtà venivano usati dalla loro fondazione per offrire ai Bakker uno stile di vita da nababbi e per speculazioni finanziarie. Finché, nel 1989, è esploso il caso Evangelgate: in un celebre processo, che ha catalizzato l’attenzione dei media americani, Jim Bakker è stato condannato a 45 anni di carcere e a una multa da mezzo milione di dollari. Il film Gli occhi di Tammy Faye diretto da Michael Showalter, attore e regista (The Big Sick, 2017), è un biopic che ricostruisce la vita di Tammy (Tamara) Faye, a partire dalla sua infanzia nel Minnesota, negli anni Quaranta, nel cuore di un’America bigotta che le impediva di entrare in chiesa perché figlia di divorziati.
Anziché allontanarsi dall’istituzione, la bambina sviluppa una passione sviscerata per la Bibbia e per la predicazione della parola di Dio. Sembra così predestinata a incontrare al college Jim Bakker, che sogna a sua volta di diffondere il messaggio divino. Nel 1961, a 19 anni, lo sposa e insieme iniziano a girare l’America come predicatori itineranti. Dopo i primi passi in televisione, intuiscono le potenzialità del mezzo e nel 1974 fondano la loro rete televisiva. A questo punto i due ragazzini squattrinati sono già due navigati showmen: Jim predica, Tammy canta e racconta storie che hanno forte presa emotiva sul pubblico. Il suo look iniziale acqua e sapone è soppiantato da un make-up aggressivo, in linea con i gusti dell’epoca, in cui ciglia estremamente evidenti incorniciano i suoi occhi azzurri: saranno per sempre il suo segno distintivo.
Nel film, presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, il regista racconta con la diligenza di un bravo studente lo scorrere degli eventi. Non servono guizzi particolari: è la storia in sé a fornire pathos e stupore. Ed è una sorpresa soprattutto per il pubblico italiano, che conosce solo di fama l’esistenza dei telepredicatori americani, una vera cricca di potere. Il potente reverendo Jerry Falwell, che avrà un ruolo cruciale nella caduta di Jim Bakker, ha influito anche sulla politica ed è stato paladino di una guerra contro gli omosessuali.
Man mano che l’impero dei Bakker cresce, con l’apertura di un parco a tema cristiano che sarà popolare come Disneyland, compaiono i primi dissapori nell’inossidabile coppia di televangelisti che li porteranno al divorzio. Gli scandali, la frode ai danni dei fedeli, la prigione per Jim (poi uscito di galera) e la decadenza di Tammy raccontano la parabola nella sua fase discendente.
La sfida principale del film era quella di trovare una coppia di attori credibili, capaci di identificarsi con due personaggi così peculiari come Tammy e Jim. La scelta di Jessica Chastain e Andrew Garfield è stata la migliore possibile. Complice il make-up spettacolare curato da Linda Dowds, la Chastain è strepitosa e incredibilmente simile a Tammy Faye. E da grande attrice quale è, ha studiato meticolosamente il suo personaggio: è difficile distinguerla dall’originale. Anche Garfield, che assomiglia fisicamente a Jim Bakker da giovane, è decisamente convincente.
Perché vedere questo film? Per scoprire una storia interessante e curiosa. Per capire come due giovani idealisti, felici di essere dei soldati di Dio investiti di una missione, possano perdere totalmente la bussola, abbagliati dal dio denaro, arrivando ad autoconvincersi che il loro successo e la loro vita più che lussuosa non siano frutto di un continuo raggiro ai danni del prossimo, ma del volere divino. Malgrado questa premessa, il personaggio di Tammy Faye – con il suo entusiasmo, la sua giocosità ma anche la sua infelicità – pur restando lontano anni da noi europei riesce a suscitare empatia. Anche questa è l’America.