Regia: David Yarovesky
Sceneggiatura: Brian Gunn, Mark Gunn
Cast: Elizabeth Banks, David Denman, Jackson A. Dunn
Fotografia: Michael Dallatorre
Montaggio: Andrew S. Eisen
Musiche: Timothy Williams
Produzione: Screen Gems, Stage 6 Films, Troll Court Entertainment, The H Collective
Distribuzione: Sony Pictures Releasing
Paese d’origine: USA
Durata: 90′
Tori e Kyle Breyer, una giovane coppia che vive a Brightburn, una cittadina del Kansas, cercano in tutti i modi di avere un figlio, ma i loro problemi di infertilità sembrano irrimediabilmente destinati a precludere questa gioia. Una notte i due vengono spaventati da un violentissimo schianto provocato da qualcosa di enorme che dal cielo precipita sul terreno della loro fattoria. Si tratta di una misteriosa navicella con a bordo un neonato che, nonostante il tremendo impatto, risulta essere miracolosamente illeso. Per Tori e Kyle si tratta della risposta tanto attesa al loro desiderio di diventare finalmente genitori e, senza pensarci due volte, la coppia decide subito di adottare il piccolo e di chiamarlo Brandon. Col passare degli anni Brandon si dimostra un ragazzo molto intelligente e sensibile, ma, ad un certo punto, qualcosa in lui inizia progressivamente a cambiare alterandone la dolce ed apparentemente fragile personalità e trasformandolo in un essere malvagio che semina morte e distruzione….
L’incontro tra l’orrore e la fantascienza è il pretesto per inanellare un’arida serie di scene di suspence risapute e irritanti perchè non legate fra loro dal benché minimo filo logico. Nonostante il sangue copiosamente versato e le tante catastrofi disseminate, il film non lascia alcuna traccia dietro di sé. Recuperate piuttosto il primo OMEN del 1976 di Richard Donner con Gregory Peck e Lee Remick (al quale questa sciagurata operazione tenta maldestramente di rifarsi) e lasciate perdere l’insopportabile supereroe al contrario, quasi una sorta di figlio rinnegato degli Avengers, impersonato dal ragazzino monocorde di questo film.