Archivio film Cinema Eventi News — 03 Settembre 2021

Un continuo e incessante scambio di emozioni intense vissute con tutte quelle contraddizioni che non supportano mai la ragione. Madres Paralelas di Pedro Almodóvar è stato il primo film ad aprire la 78esima edizione di questo Festival di Venezia.

Un film che non si discosta dalla scelta del regista di portare sul grande schermo storie di donne, di madri che sopravvivono a tutte le sfumature dello stato emozionale. Come di fronte ad uno specchio le due protagoniste di Madres Paralelas si scambiano gioia e dolore, assenza e presenza, paura e coraggio di guardare avanti senza però lasciare indietro un passato che ha bisogno di essere conosciuto.

Janis (Penélope Cruz) è una fotografa sulla quarantina che porta avanti il suo bisogno di dare giustizia – ma soprattutto – conforto scavando lì dove dove si trova il suo bisnonno insieme alle centinaia di vittime della dittatura franchista.

Un legame con il passato che la protagonista ha bisogno di portare alla luce, esprimendolo ad Ana (Milena Smit) che invece si volge verso il futuro, quasi a ignorare l’importanza di un tempo che si inserisce nelle loro radici di famiglia e popolo.

Entrambe condividono l’esperienza della maternità in modalità differenti: una con la felicità, l’altra per niente. In realtà tutto cambia per Janis quando, riuscendo a far chiarezza, comprende che la giovane Ana è naturalmente a suo agio con quegli atteggiamenti e quella sicurezza familiare che tanto le è mancata da sua madre (Aitana Sanchez-Gijón).

Come attraverso uno specchio le loro vite si riflettono una con l’altra andando a mostrare le sfaccettature di quell’universo femminile tanto caro al regista spagnolo. Il film si riempie di forti emozioni che non lasciano spazio a dubbi in merito alle scelte delle protagoniste: anche se alcuni aspetti si comprendono fin da subito non c’è spazio per razionalizzare. Si intrecciano trauma e abbandono, verità e monzogna in un film melodrammatico e perfettamente completo. Non c’è la possibilità di alzarsi dalla poltrona inappagati di fronte ad un film che non dà niente per scontato e che lascia spazio ad ogni aspetto di ciò che racconta. Tutto è intriso di una forza vitale e quasi primordiale che lascia soddisfatti di aver visto un melodramma estremamente poetico per cui vale la pena sedersi in sala.

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