Archivio film Cinema News — 16 Maggio 2021

Radu Jude è uno dei talenti rivoluzionari dell’attuale cinema romeno, che dopo aver guadagnato l’Orso d’argento al Festival di Berlino nel 2015 con Aferim!, torna alla berlinale quest’anno aggiudicandosi l’Orso d’oro con Babardeală cu bucluc sau porno balamuc.

Uscito con il titolo internazionale Bad luck banging or loony porn e distribuito in Italia come Sesso sfortunato o follie porno, l’ultimo straordinario e controverso film di Jude non è un porno e non è nemmeno un film sulla pornografia, ma una grande riflessione politico-ideologica sulla Romania, tra lembi di Storia, attualità pandemica e fulminanti rigurgiti di follia pop.

Il plot parte a raccontare la vicenda di Emi, docente di storia a Bucarest, la quale per ravvivare il rapporto fisico con il marito decide di filmarsi durante una performance sessuale e per errore il video finisce sul canale PornHub. Da qui per Emi inizia la discesa negli inferi sociali del perbenismo e la sua vicenda personale si espande a visione collettiva sulla Romania tra contraddizioni ideologiche e barbarie di ordine politico e umano, per poi riapprodare al verdetto finale che la disgustosa società è pronta a lanciare sulla povera insegnante.

Si è parlato di revenge porn e di commedia ma Jude va ben oltre le facili provocazioni e i rigidi schemi categoriali, chi pensa di andare a vedere una versione romena dell’americano Sex Tape – Finiti in rete (2014) ha decisamente sbagliato film.

Il sesso esplicito che apre Bad luck banging or loony porn è un atto solenne quasi patriottico, sottolineato dalle note di Lili Marlene, come mise en abyme rispetto al trionfale e barzellettistico finale.

Per Jude, forse, Lili Marlene possiede la stessa funzione attribuita da Slavoj Žižek a l’Inno alla gioia di Beethoven, ovvero quello di tributo all’umanità, alla fratellanza tra i popoli e alla libertà.

Sesso sfortunato o follie porno è un film sulla libertà di pensare, di agire e persino di scopare, il coito e la parola per Jude rappresentano un atto di liberazione da qualsiasi tipo di dittatura. La Romania dopo la caduta del regime di Ceaușescu si trova prigioniera nelle pastoie di una dittatura informatica e sanitaria.

Jude punta il dito contro l’omologazione sociale derivante dall’emergenza sanitaria in corso e alla sovraesposizione del dato virtuale, rispetto a quello materiale, quantificata dal lavoro immateriale imposto a causa del Covid.

Ma la critica del cineasta non tralascia nemmeno il sistema scolastico, segnato da una forma di apprendimento senza libertà di pensiero, e il tema del razzismo verso ebrei e rom già presente nel meta-western Aferim!

Dopo l’antefatto a luci rosse l’opera procede suddividendosi in tre capitoli. Il primo di taglio decisamente realista, con uno sguardo sociale più sincero rispetto al tanto strombazzato Nomadland, mentre il secondo presenta una serie di materiali eterogenei per raccontare la Storia della Romania, alternando filmati di repertorio a segmenti di fiction e sketchs surreali. La terza e ultima costituisce il processo alla protagonista, all’interno delle mura scolastiche, a cui seguiranno tre ipotetici finali.

Se pensiamo insieme al regista che l’opzione conclusiva rappresenti il senso dell’intera operazione forse non ci sbagliamo.

Senza alcuno spoiler, il film si conclude con un grottesco anatema nei confronti del perbenismo idiota, come se l’arma più forte di qualsiasi dittatura sia lo scherzo, la boutade filosofica.

Bad luck banging or loony porn è un film profondamente filosofico, ma fatto di quella filosofia pop che piace agli intellettuali apocalittici come Slavoj Žižek. Si Bad luck banging or loony porn è un film zizekiano!

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