Titolo originale: The Undoing
REGIA: Susanne Bier
ATTORI: Nicole Kidman, Hugh Grant, Donald Sutherland, Noah Jupe, Ismael Cruz Cordova, Matilda De Angelis
SCENEGGIATURA: David E. Kelley
FOTOGRAFIA: Anthony Dod Mantle
SCENOGRAFIA: Lester Cohen
MONTAGGIO: Ben Lester
MUSICHE: Evgueni Galperine, Sacha Galperine
PRODUZIONE: David E. Kelley Productions, Blossom Films, Made Up Stories
DISTRIBUZIONE: HBO Films
PAESE: U.S.A.
ANNO: 2020
DURATA: 6 episodi, 340 min. totale
“I soldi non fanno la felicità”: vale il detto per la famiglia formata da Grace e Jonathan Fraser e dal dodicenne figlio Henry? Sembrerebbe di no mentre si vedono scorrere -per quasi tutta la durata della prima puntata- le immagini dell’Upper East Side di Manhattan, ricca e incurante del mondo circostante, pullulante di gente le cui giornate trascorrono frenetiche all’insegna di un’agenda lavorativa sempre piena, appuntamenti con amici che conducono un’esistenza dello stesso tenore ed eventi esclusivi.
È in questo spaccato di società che un giorno, all’improvviso, fa il suo ingresso Elena Alves, una donna di origini più umili, il cui figlio – grazie a una borsa di studio- ha ottenuto l’accesso alla prestigiosa scuola frequentata dai rampolli delle famiglie facoltose. La giovane donna, venuta fuori dal nulla e apparentemente fuori contesto, si impone al comitato di mamme che organizza raccolte fondi ed è da queste guardata con sospetto e disappunto a causa della facilità con mette in mostra il proprio, splendido, corpo.
Solo Grace si mostra con lei gentile e accogliente tanto che Elena, sorpresa in lacrime dalla donna proprio durante un’asta benefica organizzata dal comitato, le rivolge parole di ringraziamento per l’atteggiamento disponibile.
La tranquillità e la monotonia di questo mondo parallelo vengono però scossi dalla notizia del brutale assassinio della bella Elena. Ed è l’inizio del disfacimento del puzzle di menzogne da cui è costituito il mondo quotidiano di Grace, Jonathan, Henry e di ognuno dei personaggi che si alternano sulla scena del crimine reale o immaginata.
La storia narrata si rivela come uno sguardo disincantato -e anzi ipercritico- sul classismo e sull’apparente perfezione pronta però a sciogliersi di fronte all’emergere della verità. Tutte le cose non dette (“The Undoing”, appunto) e abilmente nascoste, emergono mano a mano che le apparenze vengono squarciate con forza da realtà che colpiscono con violenza e fanno vacillare ogni certezza. E non solo nei protagonisti della miniserie ma anche nello spettatore che, puntata dopo puntata, arriverà a sospettare di chiunque.
La sceneggiatura è costruita così da non fornire mai dei punti fermi e in cui ogni cosa può ribaltarsi in ogni istante.
Sono, però, le superbe recitazioni dei tre attori principali: il magistrale Sutherland su cui ogni parola sarebbe superflua; una sempre raffinata Nicole Kidman (che ci regala anche una chicca sonora interpretando la sigla iniziale: il celeberrimo brano “Dream a Little Dream of Me”, debitamente riveduto e corretto tramite l’inserimento di alcuni accordi “presaghi di sventura”) e uno stupefacente Hugh Grant che mostra inizialmente il “solito” fascino un po’ “imbranato” ma si trasforma quasi subito in un personaggio imperscrutabile. È questo trio d’eccezione a fornire alla miniserie il valore aggiunto poiché, assecondando fedelmente la sceneggiatura, connotano via via i propri personaggi di aspetti sempre nuovi e inquietanti che tengono lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo.
D’altronde non è la stessa Grace, psicoterapeuta, a dire ai suoi pazienti: “Non fidarti della prima impressione. Ascolta il tuo istinto anche quando ti dice cose che non vuoi sentire.”?