Archivio film Cinema News — 27 Gennaio 2020

Un comico è un comico è un comico è un comico, ma anche un attore e può far rima con autore, anche se questo in Italia non accade (quasi) più.

Il miracolo-Zalone ha salvato le magre feste del nostro cinema, posizionandosi al primo posto nel Box Office(con quasi 30 milioni di euro) in soli 5 giorni dalla sua uscita in sala, il più grande successo italiano dopo il precedente Zalone-Movie, Quo vado? che nel 2016 aveva incassato 65 milioni di euro.

Del cinepanettone ormai non vi è più traccia e quest’anno nessuna farsa natalizia o epifanica ha fatto capolino in sala.

De Sica ha anticipato tutti con il suo meta-horror Sono solo fantasmi, che purtroppo ha registrato un flop, mentre Ficarra e Picone con Il Primo Natale si sono dati a un buonismo ecumenico davvero indigesto, che però è stato premiato con 14 milioni di incasso.

Forse qualcosa sta cambiando nella produzione comica italiana delle feste (sia nel bene che nel male), e Tolo Tolo è la prova più forte di questo cambiamento in positivo.

Checco Zalone alias Luca Medici, approda al cinema nel 2009 con Cado dalle nubi, uno dei tanti esordi dei tanti comici di derivazione televisiva e lo strascico cabarettistico(tutto tormentoni e clichè) Checco se lo è portato dietro anche nei film successivi sotto la guida di Gennaro Nunziante.

Che bella giornata e Sole a catinelle erano dei compitini mediocri ma già si intravvedeva la carica eversiva del comico pugliese, purtroppo messa a freno dalla piatta direzione di Nunziante, tutta piana e senza scossoni comico-emotivi.

Già nel precedente Quo vado? affiorava il cinismo gentile di Checco, in grado di scatenarsi(finalmente!) riempiendo i vuoti di regia.

Con Tolo Tolo Zalone supera sè stesso autodirigendosi in una commedia alla Ettore Scola ricca di ironia amara e di perfide trovate satiriche come da tempo non accadeva nella commedia italiana.

Inutile trovare paragoni con Sordi, Totò o chi per loro, Checco è Checco possiede una propria autonomia comica e linguistica, una figura impermeabile a qualsiasi situazione in cui si trova grazie alla propria ignoranza italiota, una tamarraggine congenita che spesso lo salva da situazioni assurde.

Appena giunto al villaggio africano in preda alla guerriglia, Checco è preoccupato a leggere i messaggi dei creditori sullo smartphone non facendo caso ai bombardamenti che lo sfiorano, un gag degno di Keaton o Suleiman, ma filtrato attraverso l’attaccamento per gli status symbol del Bel Paese.

Il tamarro Checco fugge in Africa da un’Italia razzista e spersonalizzante, ma non rinuncia agli spaghetti e piange quando deve cedere gli abiti firmati, inoltre lo vediamo correre nel deserto verso un carro armato italiano mentre Reitano canta Italia! Come in Quo vado? rimpiangeva il rientro in patria ascoltando Albano e Romina.

Tolo Tolo segna la piena maturazione di Luca Medici interprete e autore di una frasa tragica e attualissima, dove tenerezza e cinismo si alternano senza mai cedere a facili moralismi.

Una commedia dove si ride molto e si riflette tanto, tra azzeccati momenti musicali(stupendo l’utilizzo di “Vagabondo” di Nicola Di Bari e “Viva l’Italia di De Gregori) e sospensioni surreali che culminano nel doppio finale metacinematografico con cartoon para-disneyano.

Il sognatore Checco ci fa sognare il sogno di un’Italia che non esiste, dove anche il Papa ha la pelle scura(e persino i dread!), per poi ribaltarlo nella drammatica attualità dei migranti ammassati sui barconi. Una visione che abbraccia Lamerica di Amelio, La nave dolce di Vicari e Terraferma di Crialese ma senza mai

abbandonare lo humor, Checco in mezzo agli immigrati si abbronza e pesca polpi!

Il lato onirico ha la meglio in Checco che come Walter Mitty immagina di congiungersi alla donna amata, Idjaba sbarca su un motoscafo vestita da sposa, ma sui titoli di coda ascoltiamo la sua Immigrato e allora il sorriso beato si chiude a denti stretti. Forse non ne siamo più abituati ma è l’effetto della satira!

Immigrato

Quanti spiccioli ti avrò già dato

Immigrato

Mi prosciughi tutto il fatturato.

voto: 7 1/2

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