Archivio film Cinema News — 26 Aprile 2015

Cast: Lavinia Beatrice Salani, Simona Buccolieri
Coreografia, produzione: Emanuela Panatta
Regia: Emanuela Panatta
Musica: Marco Joseph Trombin aka Joseph Loud
Montaggio-fotografia: Gianluca Zenone
Produzione indipendente Associazione Culturale- Espressione Arte e Cultura
Location: Centro di formazione attori e registi di Beatrice Bracco- Roma, Italia

Recita il comunicato stampa di “Touch Noir”, scritto dalla stessa Emanuela Panatta: “il film nasce con l’idea di esplorare il concetto di ‘mente visionaria’.
Una ragazza priva di talento, annoiata, delusa dalle aspettative della vita cade nel vizio. Il suo inconscio crea la tentazione, figura onirica che si esprime attraverso il linguaggio del corpo, guidando inaspettatamente la ragazza verso la trasformazione del suo malessere. Un gioco dove corpi e anime si sfiorano in uno spazio onirico, senza tempo, confuso. C’è una frase di Lynch che spesso mi accompagna: Le idee arrivano nei modi più impensati. Basta tenere gli occhi aperti. Ed è stato così’ per Touch Noir.”

Sovraimpressioni, montaggi alternati, molteplicità dei punti di vista, dissolvenze incrociate, cambi prospettici di inquadratura. Questo è uno degli ultimi progetti di Emanuela Panatta, raffinata attrice, danzatrice, docente di movimento scenico, che da diversi anni seguendo le sue passioni si sperimenta creando progetti indipendenti firmandone scrittura, regia e coreografia, ottenendo positivi risultati di pubblico e critica . Ricordiamo anche il cortometraggio ‘Mi sono persa…(2008) ‘Le poetesse…e il giardino che vive (2009) e la regia del videoclip ‘It’s cold in here’ (2013) di Joseph Loud.
Il corto si distacca dai confronti con le opere precedenti dell’artista come Le poetesse. La sua produzione audiovisiva presenta nel plastificato cinema italiano credenziali come l’autonomia produttiva, la rinascita espressiva e lo slancio artistico. Così libera da imposizioni, restrizioni e convenzioni, ci lascia satolli ma soddisfatti.
La regista si preoccupa di re-installare i personaggi, si entra subito in ballo nell’ anti-narrazione con una sequenza d’azione destinata a moltiplicarsi all’infinito nella temperie della sperimentazione formale, coinvolgendo due corpi attoriali incisivi come Lavinia Beatrice Salani (nella foto) e la danzatrice Simona Buccolieri, in un cortometraggio che occhieggia al dinamismo e alla varietà visive di David Lynch e di Jonas Mekas. E’ un cinema faticoso da seguire nel senso migliore del termine, a causa di riprese instabili ma che mostrano attitudine inventiva ed estrema velocità di ripresa.
E’ un film denso di dinamismo in cui tuttavia la velocità è più eloquente della lentezza. Resta anche la dimensione melodrammatica, dell’impossibilità insita nelle due figure femminili di comunicare i propri sentimenti se non con il movimento corporeo, sottolineato dal montaggio fondato sull’interazione fra i volti e le coreografie. Metaforicamente: la mente della ragazza (Lavinia Beatrice Salani) è offuscata non riesce a mettere a fuoco; la Tentazione (Simona Buccolieri) invece nitida riesce a penetrare nel subconscio della Ragazza come una lente d’ingrandimento.
Il cinema della Panatta è come i capitoli di un grande romanzo che è fatto di immagini e suoni, anziché di parole scritte. La filmmaker è un’”operaia della luce” che costruisce una fotografia artefatta lavorata da Zenone in post-produzione, capace di diffondere fonti di luce fuori dal campo di ripresa nell’esplorazione di tutte le sorgenti di luce. Secondo una concezione umanistica la Panatta non conosce la distinzione fra arte ed artigianato e crea una bottega di tecnici e collaboratori fidati come il musicista Marco Joseph Trombin e il montatore Gianluca Zenone.

(0) Readers Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *