Archivio film Cinema News — 27 Dicembre 2016

Inutile voler fare troppi giri di parole: come ogni autore che si rispetti, il cineasta indiano naturalizzato statunitense ha vissuto momenti alti e bassi. Di recente, questi ultimi hanno forse preso il sopravvento all’interno della sua filmografia, ma non è mai troppo tardi per intraprendere un nuovo percorso creativo e far ricredere tutti coloro che hanno ormai gettato la spugna. The Visit vantava delle buone intuizioni, ma i compromessi per far sì che fosse etichettato come una produzione Blumhouse han fatto sì che un’idea vincente si trasformasse in un film fotocopia che, nelle mani di un esordiente, sarebbe anche risultato un film di ottima fattura, ma se a firmarlo è il regista de Il Sesto Senso e The Village…allora le carte in tavola cambiano! M. Night Shyamalan torna in pista con un film innovativo, fresco e originale: SPLIT.
Kevin (James McAvoy) ha rivelato alla sua psichiatra, la dottoressa Fletcher (Betty Buckley), 23 personalità. Ma una, la più terribile, è ancora nascosta, in attesa di materializzarsi e dominare su tutte le altre. Dopo aver rapito tre adolescenti guidate da Casey (Anya Taylor-Joy, The Witch), ragazza molto attenta ed ostinata, ha inizio una lotta all’ultimo sangue per la sopravvivenza, sia nella mente di Kevin che intorno a lui, mentre le barriere delle sue varie personalità cominciano a distruggersi e far spazio alla Bestia.
Un thriller psicologico ad alta tensione, che non tralascia elementi e innesti convenzionali del genere, ma eccelle per prove attoriali (James McAvoy è a dir poco straordinario!) e sceneggiatura, con annesso sviluppo della trama e della messinscena. Shyamalan dirige una pellicola caratterizzata da un’eccessiva dose di humor nero, che pian piano scivola verso un punto di non ritorno facendoci conoscere le diverse personalità che dimorano in Kevin e lasciando sempre più spazio alla più terribile e sanguinaria di queste: la Bestia. Lo spettatore viene posizionato nel ruolo di psichiatra, costretto a conoscere le 23 personalità che il paziente rivela e manifesta sino a giungere, sul finale, al capolinea: quando la Bestia si palesa siamo dinnanzi a un horror thriller che non sappiamo come andrà a svilupparsi, incerti su un finale trascendente nel metafisico (date le sembianze e le movenze mostruose del protagonista) oppure su un risvolto psicologico dal finale incerto. Ciò che sappiamo è che Shyamalan ha certamente segnato il suo ritorno con questo film, girato quasi per intero in interni e che, come sempre nei suoi lavori, punta su un epilogo disarmante, inaspettato, che non si può prevedere. Soprattutto se, come in questo caso, non vi è un vincitore tra vittima e carnefice e tutto viene affidato all’interpretazione soggettiva dello spettatore. I camei dello stesso Shyamalan e di Bruce Willis, volto simbolo della filmografia del regista, arricchiscono ulteriormente un film già di per sé valido, originale e che ripercorre gran parte della carriera e del cinema dello sceneggiatore e regista indiano.
Ben tornato, M. Night!

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